Le origini del torrone sono antichissime e incerte, secondo alcune teorie furono i romani a introdurre questo dolce, apprendendone la tecnica dai i sanniti che lo facevano, come tutt’ora in Sardegna, con il miele, non conoscendo lo zucchero.
Secondo altre teorie, il torrone fu introdotto nei paesi spagnoli dagli arabi, per poi espandersi; queste sono comunque solo teorie. E’ certo invece che in Sardegna, torrone è sinonimo di Tonara. Nonostante questo dolce si produca anche in altre zone, è da almeno la seconda metà del 1800, che i torronai tonaresi “sos torronargios”, sono i più famosi e Tonara è il paese dove si produce la stragrande maggioranza del torrone in Sardegna, peraltro di altissima qualità.
Il torrone veniva preparato, solitamente dalle donne, dentro un grande paiolo in rame “su gheddargiu”.
Al suo interno il miele veniva fatto sciogliere mescolando per ore con “sa moriga” un bastone solitamente in legno di erica o corbezzolo. Per preparare il fuoco era invece utilizzato l’agrifoglio che non fa fumo. Il miele veniva posto nel paiolo per primo e fatto squagliare, poi a fuoco spento si aggiungevano gli albumi e si mescolava per mezz’ora; si rimetteva quindi il paiolo sul fuoco e si mescolava per almeno 2 ore. Veniva aggiunto del succo di limone e poi la frutta secca, il torrone era così pronto. Secondo la frutta utilizzata si aveva(e si ha) “turrone de mendula” (torrone di mandorle), “turrone de linzola”(torrone di nocciole), “turrone de coccoro”(torrone di noci).
La differenza principale del torrone prodotto esclusivamente con miele sardo e non utilizzando zucchero è il colore tipico, che a differenza di quello con il saccarosio (bianco), è avorio. Nonostante le tecniche di produzione siano cambiate e il torrone non si mescola più per ore e ore a mano, alcune aziende di Tonara e non solo, lo producono solo con miele e frutta secca sarda, mantenendo sempre altissimi i livelli qualitativi e viva questa antica tradizione dolciaria.
Il torrone oramai si trova confezionato e anche aromatizzato con mirto, limone, fichi d’india che esaltano forse ancor di più la bontà di questo dolce.
Durante le feste paesane e le sagre è possibile acquistarlo sfuso da “sos torrongianos”, che con una mannaia tagliano a pezzi il torrone. Chi ha tanta pazienza può provare a fare il torrone da solo mescolando il miele, a fiamma bassa fino a che non sia ben sciolto, aggiungere poi gli albumi e mescolare ancora per circa un’ora. Aggiungere la frutta secca e mescolare ancora per mezz’ora. Metterlo poi negli stampi per farlo raffreddare. Per 500g. di miele si usano almeno 500g di mandorle e 2 albumi.